95% dei progetti AI falliscono

by Rollo


95% dei progetti AI falliscono

Un nuovo studio del MIT ci conferma quello che molti di noi già sospettavano: il 95% delle aziende ha ottenuto zero ritorno dai propri investimenti in AI generativa. Parliamo di 35-40 miliardi di dollari bruciati. Non è solo un numero: sono i risparmi di migliaia di piccoli investitori, sono budget sottratti a progetti che avrebbero potuto funzionare davvero.

La tentazione è dire "lo sapevo, ve l'avevo detto". Ma non serve a niente. La domanda importante è: adesso come intendiamo andare avanti?

Non è un problema di tecnologia

L'errore fondamentale è pensare che questo sia un problema tecnologico. Le aziende stanno comprando strumenti AI come se comprassero software: scelgono funzionalità, guardano demo, firmano contratti. Ma l'AI non è software. È un potenziamento delle capacità che trasforma i processi di lavoro.

Lo studio del MIT è illuminante: un avvocato preferisce ChatGPT allo strumento specializzato da 50.000 dollari della sua azienda. Perché? Non perché ChatGPT sia tecnologicamente superiore, ma perché può "guidare la conversazione e iterare fino a ottenere esattamente quello che serve."

Lo strumento costoso è stato progettato da ingegneri che pensavano di sapere come lavora un avvocato. ChatGPT, nella sua genericità, si adatta a come l'avvocato lavora davvero.

Una lezione dal cinema digitale

Quindici anni fa ho partecipato come delegato del EDCF e del SMPTE alla transizione dal cinema analogico al digitale. Era una disruption tecnologica massiva: dovevamo cambiare completamente come si producevano, distribuivano e proiettavano i film. Se fosse andata male, avrebbe significato miliardi persi e un'industria paralizzata.

Ma non è andata male. Perché?

Perché tutti gli stakeholder si sono seduti allo stesso tavolo: registi che dovevano mantenere la qualità artistica, direttori della fotografia che dovevano gestire nuovi flussi di lavoro, distributori che dovevano ripensare la logistica, esercenti che dovevano investire in nuovi sistemi di proiezione, case di produzione, major, persino osservatori governativi, produttori di hardware e software.

Nessuno ha sviluppato tecnologia in isolamento. Ogni decisione tecnica veniva discussa con chi doveva viverla quotidianamente. Quando emergeva un problema ("se facciamo così, in sala succede quest'altro problema") si aggiustava il design prima dell'implementazione.

Il risultato? Una transizione che ha funzionato, un'industria trasformata, valore creato per tutti.

La soluzione è davanti al nostro naso

Il motivo per cui il 95% dei progetti AI fallisce è lo stesso per cui il 95% dei progetti di transizione tecnologica falliscono: progettano la tecnologia invece di progettare l'adozione.

Le aziende che rientrano nel 5% di successi hanno una caratteristica comune: trattano l'acquisto di AI come "business process outsourcing" invece che come "acquisto di software". Capiscono che stanno comprando una partnership, non un prodotto.

Ma c'è un passo precedente ancora più importante: coinvolgere gli utenti reali nel processo di design fin dall'inizio.

Invece di: • Sviluppare strumenti basandosi su supposizioni • Fare demo a decision maker che non li useranno • Implementare e sperare nell'adozione • Dare formazione quando la gente resiste

Dovremmo: • Creare tavoli multidisciplinari con chi farà il lavoro quotidiano • Co-progettare soluzioni che si integrano nei flussi di lavoro reali • Testare con iterazioni continue, non solo alla fase finale • Misurare il successo sui risultati business, non sull'adozione dello strumento

La domanda non è "che AI comprare?"

È "come progettare l'integrazione?"

Non servono ingegneri più bravi o budget più grossi. Serve qualcuno che sappia orchestrare conversazioni tra mondi diversi: persone tech che parlano in metriche di ottimizzazione, professionisti che pensano in efficienza dei flussi di lavoro, manager che guardano i tempi di ROI.

Serve qualcuno che capisca che l'AI funziona meglio quando si personalizza correttamente, e che "molto fa l'approccio psicologico che attui, non quello che chiedi."

E adesso?

Abbiamo bruciato 40 miliardi imparando cosa non funziona. Adesso sappiamo che la tecnologia c'è, funziona, ma va integrata intelligentemente.

Le aziende che vinceranno nei prossimi anni non saranno quelle con l'AI più avanzata, ma quelle che sapranno progettare un'adozione più intelligente.

La soluzione è sotto il nostro naso. Basta guardarla.

Come vedete le prossime mosse per l'AI nella vostra industria? E cosa serve per passare dal 95% di fallimento al 5% di successo?