Anatomia di un'identità scomposta

by Rollo


Mi cercano come l'oracolo del fitness. Mi identificano come l'analista che seziona mercati e tendenze con chirurgica precisione. Eppure, mentre decostruisco business model per box di CrossFit, una parte di me osserva questo processo con distaccata ironia. Chi sono veramente quando chiudo l'ultimo foglio Excel? Quando l'ultimo cliente si disconnette dalla call? Quando il consulente depone la maschera?

+ SWISS EDITION nasce in questo interstizio esistenziale. Un nome che porta con sé la geografia della mia quotidianità – questa Svizzera che abito quando Londra non mi reclama per lavoro, ma anche una dichiarazione d'intenti: qui troverete un'edizione alternativa di me stesso. Non censurata, non ottimizzata per il consumo professionale. Un'edizione limitata, forse, ma paradossalmente più completa.

La geografia interiore di un pendolare

Vi sono giorni in cui mi sveglio nella quiete delle montagne elvetiche con pensieri che farebbero sobbalzare i miei clienti. Riflessioni che attraversano territori impervi, lontani dalle rassicuranti mappe del fitness business. Considerazioni politicamente scorrette che germogliano nell'humus fertile della solitudine contemplativa. È curioso come la verticalità del paesaggio svizzero favorisca questo movimento ascensionale del pensiero, questa tendenza a scalare idee scomode.

Londra, al contrario, mi appiattisce in una dimensione orizzontale. Mi espande nelle relazioni professionali, nel networking frenetico, nelle strategie di mercato. Due geografie fisiche che plasmano due geografie interiori profondamente diverse. In questo pendolarismo esistenziale, ho imparato a riconoscere la ricchezza della frammentazione identitaria.

Dissezione di un'immagine professionale

L'esperto che molti consultano è un personaggio che ho costruito minuziosamente, mattone dopo mattone. Competenza autentica, certo, ma anche una narrazione calibrata. In questo spazio, mi concedo il lusso di smontare questo edificio, di esaminarne le fondamenta con spietata autoanalisi. Non per sminuirlo, ma per comprendere quanto di me stesso vi sia realmente imprigionato.

Qui posso permettermi di contemplare i paradossi che abitualmente nascondo. Posso confessare che mentre consiglio strategie di resilienza aziendale, mi interrogo sull'insostenibilità di certi modelli di sviluppo. Posso ammettere che dietro l'entusiasmo per l'innovazione si cela talvolta un'inquietudine esistenziale che nessun business plan potrà mai risolvere.

Cartografia di passioni clandestine

Le librerie della mia casa svizzera nascondono volumi che sorprenderebbero chi mi conosce solo attraverso i webinar sul fitness management. Romanzi russi del XIX secolo si alternano a saggi di filosofia politica. Trattati di antropologia culturale convivono con raccolte di poesia contemporanea. Questa biblioteca disordinata è la mappa più fedele del mio paesaggio interiore.

La scrittura creativa, praticata nell'ombra come un vizio inconfessabile, affiora qui come necessità. Le lunghe camminate nei boschi elvetici si trasformano in riflessioni strutturate. L'osservazione della società contemporanea diventa esercizio di stile e di pensiero. In questo laboratorio personale, sperimento forme espressive che nel mondo professionale risulterebbero incomprensibili o, peggio, inappropriate.

Un invito alla complessità

Se sei giunto fin qui, probabilmente hai intuito che dietro l'esperto monodimensionale si nasconde un individuo irriducibilmente complesso. Come te, del resto. Questa consapevolezza è forse il dono più prezioso che la vita tra due realtà mi ha offerto: la capacità di riconoscere la multiformità in ogni essere umano.

+ SWISS EDITION è un esperimento di autenticità in un'epoca di personal branding ossessivo. Un tentativo di recuperare la ricchezza della contraddizione in un mondo che premia la coerenza superficiale. Una ribellione silenziosa contro l'appiattimento delle identità digitali.

Ti invito ad esplorare questo territorio irregolare, dove le certezze professionali lasciano spazio ai dubbi fecondi. Dove il politically correct cede il passo all'onestà intellettuale. Dove la Svizzera non è solo un luogo geografico, ma uno stato della mente. Un luogo neutrale, sì, ma nel senso più profondo del termine: uno spazio dove osservare la realtà senza il filtro deformante delle convenienze sociali o professionali.