Febbre a 4000
8 Ottobre, 2025

Quella di oggi, 8 ottobre 2025, non è una serie di notizie slegate. È un unico, coerente quadro clinico che mostra i sintomi di una patologia sistemica profonda. Da un lato, l'oro tocca i 4.000 dollari l'oncia, un record storico. Dall'altro, Christine Lagarde invoca un euro "globale" per sganciarsi dalla turbolenza del dollaro. Nel mezzo, un italiano su tre è costretto a tagliare la spesa alimentare e la produzione di Stellantis torna ai livelli di 70 anni fa.
Questi non sono quattro problemi distinti. Sono la stessa frattura vista da quattro angolazioni diverse: una massiccia, sistemica crisi di fiducia negli "ombrelli" che hanno garantito l'ordine per ottant'anni. L'oro che sale non è un indicatore di ricchezza, è la febbre del sistema; è il termometro della paura e della fuga da valute e stati percepiti come inaffidabili. La richiesta di Lagarde non è una proposta ambiziosa, è il tentativo tardivo di costruire una scialuppa di salvataggio. Il carrello della spesa vuoto non è un dato sulla povertà , è la prova empirica che il patto sociale tra stato, finanza e cittadino produttivo è rotto.
Cerchiamo di capirci di piùÂ
Per decodificare questa situazione, non basta l'economia o la politica. Serve il Design Sociale, applicando tre delle sue scuole fondamentali:
Scuola della Complessità (Antifragilità ): Il nostro sistema socio-economico si è rivelato estremamente fragile. È ottimizzato per un mondo stabile, dipendente dalla supremazia del dollaro e da catene del valore globali ininterrotte. Ogni shock, una guerra, una crisi politica come quella francese, un'interruzione delle forniture, provoca non un danno locale, ma una crisi a cascata. Il sistema non impara dagli shock, ne viene indebolito. Manca di antifragilità .
Scuola Economica (Allineamento Incentivi): Gli incentivi sono completamente disallineati. Il sistema finanziario globale incentiva la speculazione e la ricerca di beni rifugio (l'oro, che non produce nulla) a scapito dell'investimento nell'economia reale, quella che produce beni, servizi e lavoro (Stellantis). A livello nazionale, il sistema fiscale e burocratico incentiva la passività e la fuga, non la produzione e l'innovazione.
Scuola Costituzionale (Checks & Balances): I meccanismi di controllo ed equilibrio tra finanza, politica e economia reale sono saltati. La finanza opera secondo una logica autoreferenziale di creazione di valore nominale, scollegata dal benessere reale dei cittadini. La politica, incapace di comprendere e governare questa complessità , reagisce con interventi tampone o propaganda, ma non è più in grado di riequilibrare il sistema.
L'architettura strategica
Il sistema ottimale non consiste nel "riparare" quello attuale, ma nel progettarne uno con una logica diversa. L'architettura deve essere pensata per la resilienza e per un corretto allineamento degli incentivi.
A livello Europeo: La visione di Lagarde è corretta nella diagnosi ma insufficiente nella cura. Un Euro "globale" che sia solo un altro asset finanziario in competizione col dollaro non risolve il problema di fondo. L'architettura necessaria è quella di un Euro ancorato all'economia reale. Immaginiamo obbligazioni europee garantite non solo dal debito degli stati, ma da un paniere di asset strategici reali e produttivi: infrastrutture energetiche, brevetti tecnologici, capacità manifatturiera avanzata. Questo allineerebbe strutturalmente il valore della moneta alla salute del suo sistema produttivo.
A livello Nazionale: Di fronte al crollo della classe media e della produzione, la risposta non può essere il sussidio (che aumenta il debito) o la tassazione punitiva (che incentiva la fuga). Serve una nuova architettura che io chiamo di "patriottismo economico ingegnerizzato". Invece di discutere una patrimoniale (come in Francia) per finanziare la spesa corrente, si progetta un sistema di incentivi fiscali potentissimi per chi vincola una parte della propria ricchezza liquida in fondi di riconversione industriale e tecnologica del paese. Non è una tassa, è un'allocazione strategica di capitale privato verso obiettivi di interesse nazionale, dove lo Stato agisce come garante e facilitatore, non come gestore. L'interesse del grande capitale viene così allineato a quello della capacità produttiva nazionale.
Si può risolvere?
Si a condizione che la politica torni a fare la politica nell0imnteressa del cittadino a non stia in un abolla distaccata osservando gli effetti delle sua stessa azione Queste non sono utopie. Sono passi ingegneristici precisi.
Passo 1 (Europeo): Avviare un progetto pilota per la creazione di un "Fondo Sovrano Europeo per l'Economia Reale", che emetta i primi bond garantiti da asset tangibili e strategici.
Passo 2 (Nazionale): Definire con precisione i settori strategici per la riconversione (es. filiera dell'auto elettrica, microchip, biotecnologie) e disegnare il veicolo di investimento a fiscalità zero o negativa per i capitali vincolati a lungo termine in questi ambiti.
Passo 3 (Culturale): Cambiare la narrazione. Abbandonare il dibattito ideologico "Stato contro Mercato". La narrazione corretta è: "stiamo progettando un sistema dove l'egoismo intelligente del capitale privato produce un beneficio collettivo misurabile in termini di produzione e occupazione".
I rischi di un'architettura simile sono due e vanno monitorati ossessivamente.
Rischio di Burocratizzazione: Il pericolo che queste strutture diventino l'ennesimo carrozzone gestito dalla politica. La soluzione è un design che lega la loro esistenza e le remunerazioni dei loro vertici a parametri di performance misurabili e pubblici legati all'economia reale (es: aumento % della produzione industriale in un dato settore).
Rischio di "Cattura": Il pericolo che il disegno dei meccanismi di investimento venga "catturato" dalle stesse élite finanziarie per creare vantaggi per sé. Il sistema deve avere regole di trasparenza assoluta e meccanismi di controllo indipendenti, come in un vero sistema costituzionale. Il design deve essere semplice e le regole non interpretabili.
La febbre non si cura con gli impacchi, ma attaccando l'infezione. I dati di oggi ci dicono che l'infezione è un disallineamento sistemico. È tempo di smettere di curare i sintomi e iniziare a riprogettare l'architettura del sistema.