Il team building è solo teatro aziendale

by Rollo


Il team building è solo teatro aziendale

Ogni anno le aziende spendono miliardi in attività di team building che producono l'effetto di un'aspirina per un tumore: un sollievo temporaneo che maschera il vero problema. Escape room, cene aziendali, esercizi di fiducia, costruzione di cose con i Lego, tutto questo circo serve solo a evitare le conversazioni difficili sui veri motivi per cui il tuo team non funziona.

I veri problemi che nessuno vuole affrontare

Hai assunto le persone sbagliate. Il team building è essenzialmente un tentativo disperato di riparare errori di selezione. Se devi convincere qualcuno ad abbracciare la causa, probabilmente hai già la persona sbagliata.

I curriculum sono fiction creative e le sensazioni nelle interviste sono facilmente manipolabili da chiunque abbia un minimo di social intelligence. È come cercare di valutare un attore dalla locandina del film.

Il vero problema è che non testiamo mai quello che conta davvero: come si comporta la persona quando è sotto pressione reale, quando nessuno la sta guardando, quando deve scegliere tra interesse personale e interesse del team, quando riceve feedback negativo.

I diritti decisionali sono un casino. Nessuno sa chi decide cosa, quando. Le persone si paralizzano o si pestano i piedi continuamente, ma invece di chiarire chi comanda cosa, organizziamo un paintball.

La maggior parte dei conflitti aziendali nasce dalla confusione sui diritti decisionali. Chi ha l'autorità finale su un progetto? Chi può modificare una strategia? Chi decide il budget? Senza questa chiarezza di base, ogni interazione diventa un negoziato estenuante.

Gli incentivi sono disallineati. Predichi collaborazione ma premi performance individuali. Dici "team first" ma promuovi chi si mette in mostra personalmente. Nessuna cena aziendale risolverà questa contraddizione.

Premiamo la collaborazione ma poi valutiamo performance individuali. Diciamo "team first" ma poi promuoviamo chi si mette in mostra personalmente. È come chiedere ai giocatori di calcio di collaborare mentre dai il premio al miglior marcatore individuale.

La gerarchia informale è negata. Esistono sempre leader naturali e follower naturali, ma fingiamo che tutti sono "uguali". Questo crea tensioni sotterranee che nessun esercizio di fiducia può sanare.

Ogni gruppo umano sviluppa automaticamente gerarchie di competenza, carisma, influenza. Negare questa realtà non la elimina - la rende solo più tossica perché deve operare sottotraccia attraverso politiche e manipolazioni.

L'illusione motivazionale

Il team building tradizionale parte dal presupposto sbagliato che tutti abbiano potenziale di eccellenza nascosto che aspetta solo di essere "liberato" attraverso la giusta attività motivazionale.

Questa è una fantasia pericolosa. La motivazione può amplificare qualcosa che già esiste, ma non può creare dal nulla impulso competitivo interno, standard personali elevati, curiosità genuina per migliorare, o capacità di auto-disciplina.

Ho visto decine di tentativi di motivare team attraverso varie leve psicologiche. Dopo l'entusiasmo iniziale, tutto tornava sempre come prima. Perché? Perché stavo cercando di cambiare la natura delle persone invece di lavorare con la natura che avevano.

È come cercare di motivare un gatto a comportarsi come un cane; puoi avere successi temporanei ma tornerà sempre alla sua programmazione di base.

Il ciclo della delusione

Ecco come funziona il classico ciclo del team building fallimentare:

Fase 1: Diagnosi superficiale. "Il team non collabora abbastanza" - senza mai chiedersi perché dovrebbe collaborare o se ha senso che lo faccia.

Fase 2: Soluzione teatrale. Attività progettate per creare "senso di appartenenza" e "fiducia reciproca" in ambienti artificiali che non hanno niente a che vedere con il lavoro reale.

Fase 3: Entusiasmo temporaneo. Le persone si divertono, si sentono più vicine, promettono di collaborare di più. Dura circa una settimana.

Fase 4: Regressione inevitabile. I problemi strutturali e le incompatibilità personali riemergono perché non sono mai stati affrontati. Anzi, ora c'è anche la frustrazione aggiuntiva di "abbiamo fatto team building ma non funziona".

Fase 5: Ripetizione. Invece di riconoscere che l'approccio è sbagliato, si organizza più team building, magari "più coinvolgente" o "più innovativo".

Quello che funziona davvero

Dopo decenni di esperienza diretta nella costruzione e gestione di team, ho imparato che l'eccellenza collettiva non si crea attraverso motivazione artificiale ma attraverso design intelligente del sistema.

Selezione spietata. Meglio un team di 3 persone giuste che 10 mediocri motivate a forza. Non puoi creare lealtà e impegno con persone fondamentalmente sbagliate per il ruolo o la cultura aziendale.

Il problema è che nella realtà aziendale spesso ti ritrovi con un team "ereditato" - persone già presenti che non puoi semplicemente licenziare. In questi casi, l'unica strategia che funziona è una trasformazione darwiniana attraverso standard progressivamente più elevati.

Standard implacabili. Non attraverso discorsi ispiratori, ma attraverso aspettative concrete, misurabili, senza sconti. Chi non regge si auto-seleziona fuori. Chi rimane ha dimostrato che può reggere l'intensità.

Questo processo separa naturalmente chi ha il drive interno da chi è lì solo per inerzia. I mediocri odiano gli standard elevati, i talenti veri li adorano perché finalmente possono distinguersi.

Scarsità di appartenenza. Non tutti possono essere nel "cerchio interno" dei progetti importanti. Devi guadagnartelo attraverso risultati, non attraverso anzianità o simpatia.

Questo principio sfrutta una delle leggi più potenti della psicologia sociale: le persone valorizzano quello che è difficile da ottenere e perdere, ignorano quello che gli viene dato gratis. La scarsità di appartenenza crea valore percepito e motiva comportamenti virtuosi.

Conseguenze reali. Stakes condivisi autentici - successo o fallimento che impatta davvero la vita delle persone, non bonus simbolici o riconoscimenti da cerimonia aziendale.

I team migliori che ho visto avevano tutti skin in the game condiviso: destino economico legato, nemici esterni chiari, e la consapevolezza che il successo individuale dipendeva dal successo collettivo.

Il design sociale intelligente

Invece di combattere la natura umana, i sistemi efficaci la utilizzano. Le persone sono naturalmente competitive, opportuniste, e motivate principalmente dall'interesse personale intelligente. Un buon design sociale crea situazioni dove questi istinti producono risultati collettivi positivi.

Ruoli chiari e circoscritti. Ognuno sa esattamente cosa deve fare, quando, e come viene misurato. Niente zone grigie dove la mancanza di iniziativa può nascondersi.

Processi che compensano la mediocrità. Sistemi così ben progettati che anche una persona senza particolare talento può produrre risultati accettabili se segue le istruzioni.

Apprezzamento strategico. Non per "motivare" ma per rinforzare comportamenti specifici che vuoi vedere ripetuti. Condizionamento operante applicato con precisione chirurgica.

Supervisione attenta ma non oppressiva. Controlli che il lavoro venga fatto, ma senza micromanagement che frustra anche le persone volenterose.

Il paradosso finale

I team migliori che ho visto non hanno mai fatto team building tradizionale. Avevano problemi veri da risolvere, nemici chiari da battere, e persone che non potevano permettersi di fallire.

La cooperazione genuina emerge naturalmente quando:

  • Gli obiettivi sono chiari e condivisi
  • I ruoli sono ben definiti
  • Le competenze si completano
  • Il fallimento ha conseguenze reali
  • Il successo viene premiato concretamente

Tutto il resto è teatro che distrae dalle decisioni difficili che ogni leader deve prendere: chi tenere, chi far crescere, chi far andare via, e come strutturare il lavoro perché persone imperfette possano produrre risultati eccellenti.

Come salvare un team già compromesso

Se ti ritrovi con un team ereditato e disfunzionale, non tutto è perduto. Ma dimentica le soluzioni dolci - servono interventi chirurgici precisi.

Prima settimana: audit spietato delle competenze reali. Fai fare a ognuno il lavoro che dovrebbe saper fare meglio. Non quello che dice di saper fare, quello che dimostra di saper fare sotto pressione. Scoprirai gap sconvolgenti tra curriculum e realtà.

Seconda settimana: chiarificazione brutale dei ruoli. Scrivi nero su bianco chi decide cosa, chi ha diritto di veto su cosa, chi risponde a chi. Elimina ogni zona grigia. Le persone che protestano per "troppa rigidità" sono esattamente quelle che sfruttavano la confusione per non assumersi responsabilità.

Terzo mese: creazione di scarsità interna. Non tutti possono lavorare sui progetti interessanti. L'accesso si guadagna attraverso risultati misurabili sui compiti "noiosi". Chi si lamenta invece di performare si auto-identifica come problema.

Sesto mese: sostituzione graduale. Con i dati di performance di sei mesi, sai esattamente chi vale e chi no. Inizia a sostituire sistematicamente chi non regge, iniziando dai casi più evidenti.

Libri che funzionano davvero (non guru motivazionali)

"Team of Teams" di Stanley McChrystal - generale che ha trasformato l'esercito americano da gerarchia rigida a network agile durante la guerra in Iraq. Risultati misurabili in condizioni estreme, non teorie da business school.

"The Hard Thing About Hard Things" di Ben Horowitz - founder di Andreessen Horowitz, brutalmente onesto su come gestire team durante crisi reali. Zero bullshit motivazionale, solo decisioni difficili documentate.

"Good to Great" di Jim Collins - ha studiato aziende che sono passate da mediocri a eccellenti nell'arco di decenni. Il capitolo sui leader "Level 5" e come costruiscono team è oro puro perché basato su dati, non opinioni.

"The Culture Code" di Daniel Coyle - studia team che funzionano davvero: Navy SEALs, Pixar, squadre sportive vincenti. Identifica pattern comportamentali concreti, non principi astratti.

"Tribal Leadership" di Dave Logan - identifica 5 livelli di cultura nelle organizzazioni e come spostarsi verso l'alto. Particolarmente utile per diagnosticare a che livello è il tuo team attuale.

Evita qualunque libro che promette trasformazioni rapide o che usa troppo le parole "empowerment", "engagement" o "motivazione". Se l'autore non ha mai gestito un'azienda vera o comandato soldati veri, probabilmente sta vendendo teoria che non funziona nella realtà.

La via d'uscita

Smetti di organizzare escape room. Inizia a prendere decisioni difficili sui ruoli, le responsabilità, e le persone. Progetta sistemi che funzionano con la natura umana così com'è, non come vorresti che fosse.

Il vero team building accade quando smettiamo di fingere che tutti possano diventare eccellenti e iniziamo a creare condizioni dove l'eccellenza è l'unica opzione sostenibile.

La collaborazione autentica non si insegna attraverso esercizi - emerge quando le persone giuste sono messe nelle condizioni giuste per perseguire obiettivi che considerano importanti.

Il team building tradizionale è un sintomo di leadership che non ha il coraggio di affrontare i problemi reali. Cambia le persone o cambia le persone. Il tuo "team building" si risolverà da solo.