La frammentazione geopolitica come sistema operativo permanente

by Rollo


La frammentazione geopolitica come sistema operativo permanente

Ottobre 2025 sta documentando qualcosa che la maggior parte dei commentatori ancora interpreta come "crisi temporanea" da superare: in realtà stiamo osservando la normalizzazione strutturale di un mondo senza terzi spazi neutrali. Non è instabilità; è il nuovo equilibrio.

Il pattern emerge quando guardi i dati contemporaneamente attraverso domini diversi: conflitti armati, infrastrutture digitali, rotte marittime commerciali. Tre sistemi apparentemente separati che stanno convergendo verso lo stesso punto di arrivo: l'impossibilità di mantenere posizioni neutrali.

Il collasso della diplomazia come meccanismo di risoluzione

I numeri raccontano una storia precisa. 59 conflitti attivi globalmente, il numero più alto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ma il dato veramente rivelatore non è la quantità assoluta: è che i conflitti che si chiudono con accordi di pace sono crollati dal 23% degli anni '70 al 4% del decennio scorso. Contemporaneamente, le vittorie militari decisive sono scese dal 49% al 9%.

Cosa significa questo pattern? Non che siamo diventati improvvisamente più aggressivi come specie. Significa che la diplomazia è strutturalmente disincentivata. I conflitti non si chiudono più né con vittorie né con accordi, semplicemente si internazionalizzano e diventano permanenti. 78 paesi sono coinvolti in conflitti oltre i propri confini. La guerra non è più un evento con inizio e fine, è uno stato continuo di competizione militarizzata.

Il meccanismo è chiaro: quando gli accordi di pace collassano nel 96% dei casi, nessun attore razionale investe risorse politiche nella diplomazia. Meglio mantenere capacità militare attiva. È un equilibrio di Nash subottimale: ogni mossa è razionale individualmente, collettivamente producono il peggioramento del sistema globale.

La sovranità digitale come costo obbligato, non scelta etica

Nel dominio digitale, stesso identico pattern con dinamiche diverse.

L'80% della spesa cloud europea, 265 miliardi di euro, va a fornitori americani. Ma ora questi fornitori applicano maggiorazioni del 30-40% per servizi "sovrani" europei. La sovranità dei dati non è più un optional basato su preferenze etiche, è un costo operativo che devi comprare perché la fiducia tra blocchi è collassata.

Il CLOUD Act americano proietta giurisdizione USA su qualsiasi dato gestito da azienda americana, ovunque nel mondo sia fisicamente stoccato. Il GDPR europeo richiede controllo territoriale sui dati dei cittadini. Due imperativi contraddittori che trasformano ogni scelta tecnologica in una scelta geopolitica.

I provider hanno monetizzato questa contraddizione creando un mercato a due livelli: servizi globali standard e soluzioni "sovrane" premium con maggiorazione 30-40%. Non è innovazione tecnologica, è pricing geopolitico. Stai pagando per la separazione che l'architettura di fiducia globale non riesce più a garantire gratuitamente.

L'Europa consuma il 20% dei microchip mondiali ma ne produce solo il 9%. Dipendenza da fornitori in regioni geopoliticamente instabili. Quando Starlink si disconnette in Ucraina compromettendo operazioni militari, non è un bug tecnico – è reminder che ogni infrastruttura digitale ha una bandiera, e quella bandiera ha potere di veto.

Il Mar Rosso come laboratorio della deterrenza inefficace

Sul mare, il pattern si manifesta con chiarezza brutale.

L'operazione EUNAVFOR ASPIDES, missione europea difensiva per proteggere navigazione nel Mar Rosso, scorta navi e abbatte droni Houthi. Ha accompagnato oltre 370 navi nel primo anno. Budget 17 milioni di euro prorogato fino a febbraio 2026. Presenza militare europea continua e operativa.

Risultato: il traffico di container è comunque calato dell'80% rispetto all'anno precedente. Le compagnie marittime preferiscono la rotta alternativa intorno all'Africa, più lunga, più costosa, più inquinante, piuttosto che affidarsi alla protezione militare europea.

Perché? Perché ASPIDES opera con mandato difensivo: scorta navi, intercetta minacce aeree, salva naufraghi. Ma non impone costi strategici a chi destabilizza. Gli Houthi possono continuare attacchi perché il worst case scenario è vedere i loro droni abbattuti. Non c'è deterrenza vera – solo tamponamento tattico.

Confronta con approccio USA-UK (operazione Prosperity Guardian): strike su territorio yemenita per colpire capacità offensive. Più aggressivo, ma comunque inefficace nel ristabilire fiducia. Perché? Perché il problema non è militare, è strutturale. Gli Houthi sono proxy di competizione Iran-Arabia Saudita-USA. Finché quella competizione continua, il Mar Rosso rimane instabile.

La presenza militare europea non ristabilisce fiducia, certifica che la fiducia non esiste più.

Il meccanismo sistemico: quando tutti si fortificano, la neutralità diventa impossibile

Tre domini diversi (conflitti, cloud, mari), stesso pattern strutturale. Perché?

Teoria dei giochi applicata: siamo in un gioco ripetuto senza horizon definito dove la cooperazione è stata sostituita da defection reciproca. Una volta che abbastanza player hanno defezionato, continuare a cooperare diventa strategia dominata. Perdi sempre.

Nel linguaggio di design sociale: gli incentivi sono disallineati. Ogni attore ottimizza per sopravvivenza individuale (armarsi, cloud sovrano, controllo rotte), ma l'aggregato di queste scelte distrugge i commons (pace, internet globale aperto, libertà navigazione).

Via evolutiva: questi pattern si auto-rinforzano. Più la frammentazione aumenta, più diventa costoso mantenere neutralità, più players abbandonano neutralità, più la frammentazione aumenta. È un feedback loop positivo (nel senso tecnico: si auto-amplifica) verso sempre maggiore polarizzazione.

Via negativa: cosa NON fare se operi in questo ambiente

Non aspettare che "torni la normalità". Questo è la normalità ora. Il mondo post-Guerra Fredda con globalizzazione e neutralità possibile è finito. Non temporaneamente, strutturalmente.

Non progettare sistemi che assumono fiducia tra blocchi. Se il tuo business model, la tua supply chain, la tua infrastruttura tecnologica assumono che USA-Cina-Europa coopereranno, stai costruendo su fondamenta inesistenti.

Non confondere "presenza" con "deterrenza". ASPIDES scorta navi ma non cambia calcoli strategici degli attori. Una deterrenza vera richiede costi espliciti e non negoziabili per chi destabilizza. Altrimenti è solo security theater costoso.

Non pagare premium per "sovranità" senza separazione funzionale vera. Se compri cloud sovrano ma i tuoi dati critici possono ancora essere accessati da giurisdizione ostile via clausole contrattuali, stai pagando sovereignty-washing, non sovranità.

L'architettura della resilienza in un mondo frammentato

Se la frammentazione è permanente, quali sono le mosse strategiche?

Separazione funzionale tra dipendenze inevitabili e sovranità critica. Non puoi essere sovrano su tutto, troppo costoso. Ma puoi identificare cosa è veramente critico (dati sanitari, infrastrutture energetiche, tecnologie difesa) e costruire separazione strutturale lì. Il resto può rimanere in global commons con risk management appropriato.

Antifragilità invece che robustezza. Sistemi robusti resistono a shock ma non migliorano. Sistemi antifragili diventano più forti sotto stress. Esempio: supply chain che diversifica fornitori dopo disruption non è solo più resiliente, è antifragile se quella diversificazione apre nuove opportunità commerciali.

Posizionamento come punto di equilibrio irrinunciabile. L'Europa non può competere militarmente con USA o economicamente con Cina. Ma può diventare il player di cui tutti hanno bisogno per standard, certificazioni, affidabilità contrattuale. Intellectual seduction through competence, non through power.

Metriche diverse per ambiente diverso. Non misurare successo in "tonnellate di merci" attraverso Mar Rosso o "% market share" cloud. Misura in "giorni di resilienza tecno-energetica senza importazioni da attori ostili". Metriche per antifragilità, non per efficienza.

L'insight che altri non stanno vedendo

La maggior parte dei commentatori parla ancora di "crisi da superare" o "ritorno alla cooperazione internazionale". Stanno usando mappe cognitive del mondo pre-2020.

Il pattern reale è diverso: la frammentazione non è un bug da fixare, è il nuovo sistema operativo globale. Come quando Internet è passato da network accademico aperto a infrastructure commerciale balkanizzata. Non torni indietro, ti adatti o diventi irrilevante.

Chi continua a progettare sistemi (business, tecnologici, militari, diplomatici) per un mondo interconnesso con neutralità possibile sta costruendo Maginot Lines cognitive. Perfetti per il mondo precedente, inutili per quello attuale.

L'autonomia strategica non è ideologia o nostalgia di grandeur nazionale. È engineering razionale per un mondo dove ogni link può essere weaponizzato, ogni dipendenza può diventare leva coercitiva, ogni spazio neutrale può collassare overnight.

La domanda operativa non è "come torniamo alla globalizzazione"? È "come costruisco sistemi che funzionano anche quando la globalizzazione è selettiva, intermittente, weaponizzata"?

Quella è la domanda che separa chi sta osservando il nuovo pattern da chi sta ancora guardando la mappa vecchia.


I dati citati provengono dal Global Peace Index 2025 (Institute for Economics & Peace), operazione EUNAVFOR ASPIDES (Consiglio UE), e report su sovranità digitale europea (Osservatorio Cloud Transformation Politecnico Milano, Agenda Digitale). 152.000 morti in conflitti nel 2024, 87 paesi in deterioramento della pace, costi economici della violenza pari a 19.97 trilioni di dollari (11.6% del GDP globale).

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