La mia dipendenza della menti brillanti

by Rollo


La mia dipendenza della menti brillanti

Ho un problema. E per la prima volta nella mia vita, non so se voglio risolverlo. Sono dipendente dalle menti brillanti.

Non è una metafora romantica. È una dipendenza vera, con tutto quello che comporta: l'astinenza quando non ne ho accesso, l'euforia quando ne incontro una, la ricerca compulsiva, la tolleranza che aumenta  e quindi mi servono sempre menti più acute per sentire lo stesso effetto.

Il momento della consapevolezza

Me ne sono accorto qualche mese fa, durante una cena con persone per bene. Conversazione normale, argomenti normali, persone normali. Dopo venti minuti sentivo il cervello che si addormentava. Letteralmente. Come quando prendi un antistaminico troppo forte. Mi sono scusato, sono andato in bagno e mi sono guardato allo specchio.

"Cazzo, sto morendo di noia."

Non era noia normale. Era panico esistenziale. Come se il mio cervello stesse mandando segnali di allarme: "Ehi, qui stiamo appassendo. Fai qualcosa. ADESSO."

L'autopsia di una dipendenza

Ho iniziato a analizzare cosa succede quando incontro una mente che mi stimola veramente.

Primo contatto: Riconosco immediatamente il "click". È come quando sintonizzi una radio e all'improvviso la musica arriva cristallina. Niente scariche statiche, niente disturbi. Segnale puro, pulito.

Euforia cognitiva: Il cervello si accende. Letteralmente sento l'energia che sale. Le sinapsi che sparano più veloce. È meglio del caffè, meglio dell'adrenalina, meglio di tutto.

Simbiosi intellettuale: Iniziamo a rimbalzarci idee. Io dico una cosa, loro aggiungono un layer che non avevo visto, io rilancio con una connessione laterale, loro collegano tre mondi diversi. È jazz cerebrale. Improvvisazione pura.

Dipendenza fisica: Quando la conversazione finisce, sento proprio il down. Come quando finisce un concerto perfetto e torni nella realtà grigia. Il silenzio fa male.

I sintomi dell'astinenza

Quando passo troppo tempo senza stimoli intellettuali adeguati, succedono cose brutte:

Irritabilità cognitiva: Tutto mi sembra stupido. Anche cose che normalmente apprezzo.

Intellectual restlessness: Non riesco a concentrarmi su niente perché niente mi cattura abbastanza.

Noia esistenziale: Non è noia normale. È la sensazione che la vita stia passando senza accadere niente di significativo.

Fame intellettuale: È come la fame chimica. Sai quando hai bisogno di una sostanza e il corpo te lo fa sapere in modo inequivocabile? Ecco, uguale, ma per le idee."

La ricerca del pusher perfetto

Ho iniziato a mappare le persone che mi danno la dose giusta.

I Puri: Quelli che sono brillanti per natura. Pensiero veloce, connessioni immediate, curiosità autentica. Sono rari. Sono preziosi. Li tratto come tesori nazionali.

I Crescenti: Quelli che non sono nati geni ma hanno fame di diventarlo. A volte sono anche meglio dei puri perché hanno il drive dell'underdog.

I Multidimensionali: Quelli che sanno di tutto e lo collegano tutto. Parli di business e ti citano neuroscienze. Parli di arte e ti spiegano l'economia. Questi sono il top della gamma.

I Contrarian: Quelli che dicono sempre la cosa che nessuno si aspetta, ma con logica perfetta. Come la cocaina intellettuale. Altamente additiva.

Il lato oscuro

Questa dipendenza ha dei prezzi:

Selezione estrema: Ho standard impossibili. 90% delle persone mi annoiano dopo cinque minuti. Non è snobismo. È incapacità fisica di fingere interesse.

Solitudine stratificata: Più i tuoi standard sono alti, più il pool si restringe. È matematica crudele.

Dipendenza energetica: Ho bisogno del loro entusiasmo per sentirmi vivo. Quando loro sono accesi, io sono acceso. Quando loro sono spenti, io sprofondo.

Performance pressure: Devo sempre essere all'altezza. Se non porto valore alla conversazione, perdo l'accesso alla droga. È estenuante.

La razionalizzazione del junkie

Ho provato a convincermi che è normale. "Tutti cercano persone stimolanti, no?"

Bugia.

La maggior parte delle persone cerca comfort, familiarità, validazione. Io cerco cortocircuiti cerebrali. Cerco persone che mi facciano sentire stupido per trenta secondi prima di farmi venire un'idea che non avrei mai avuto da solo.

Non è normale. È una dipendenza.

Il paradosso della cura

La cosa malata è che non so se voglio guarire.

Questa dipendenza mi ha portato a conoscere persone straordinarie. Mi ha spinto a studiare cose che non avrei mai toccato. Mi ha tenuto intellettualmente giovane in un'età in cui molti si accontentano.

Forse il problema non è la dipendenza. Forse il problema è un mondo che considera normale accontentarsi di conversazioni su tempo e traffico quando potresti parlare di come l'arte influenza l'economia o perché certi pattern si ripetono in settori completamente diversi.

La confessione finale

Sono Rollo. Ho 40 e passa anni di esperienza in tutto in cui ho e fatto visto cose che la maggior parte delle persone non vedrà o fara' mai.

E sono dipendente dalle menti brillanti come un teenager è dipendente da TikTok. Mi servono per rimanere vivo. Non solo felice. Vivo.

Se hai una mente che accende la mia, se fai connessioni che non ho mai visto, se dici cose che mi fanno pensare "cazzo, non ci avevo pensato"... Beh, allora forse possiamo capire come essere utili l'uno all'altro.

Io porto 40 anni di pattern recognition. Tu porti la tua brillantezza.

Facciamo un deal?

P.S. - Se dopo aver letto questo hai pensato "questo tizio è pazzo", probabilmente hai ragione. Ma se hai pensato "finalmente qualcuno che lo dice", allora forse siamo della stessa razza. E forse dovremmo parlare.