Quando la vita da executive sfida il tuo fitness

by Rollo


Quando la vita da executive sfida il tuo fitness

Possedere box di CrossFit e non riuscire ad allenarsi regolarmente è forse uno dei paradossi più frustranti della vita imprenditoriale nel settore fitness. Questa settimana ne è stata la dimostrazione perfetta. Il martedì post-pasquale è iniziato con le migliori intenzioni, culminando in un vero e proprio viaggio della speranza verso le Marche per allenarmi nel garage del mio socio, che gentilmente ha messo a disposizione la sua attrezzatura. Un primo successo, una piccola vittoria nella battaglia quotidiana contro la pigrizia.

Business che divora il fitness

Mercoledì, la realtà imprenditoriale ha rapidamente ripreso il sopravvento. Tra un'assemblea dei soci di una delle innumerevoli società a cui partecipo e una serie di call operative con box che stiamo seguendo, la giornata è scivolata via senza nemmeno il tempo di pensare a sollevare un bilanciere. Risultato della giornata lavorativa intensa? Zero allenamento.

La scusa della stanchezza

Giovedì è stata la giornata delle distanze, trascorsa quasi interamente in macchina. Al rientro a casa, quella sensazione di stanchezza mi ha avvolto come una coperta confortevole, troppo invitante per essere ignorata. La "stanchezza" è diventata la perfetta alleata della pigrizia e insieme hanno vinto un'altra battaglia contro il fitness. La realtà è che probabilmente avrei potuto fare almeno qualche movimento, ma la verità è che ho scelto il divano.

Festività e chiusure strategiche

Oggi, 25 aprile, la festa nazionale offre la perfetta giustificazione esterna. Tutto chiuso, palestre incluse. E pure il lutto nazionale prolungato per la morte del Papa. Curioso come, nonostante possieda dei box, finisca sempre per cercare di allenarmi allo "scannatoio", quella palestra clandestina messa su tra amici. Forse è il fascino del proibito, o più semplicemente la ricerca di un ambiente meno professionale dove la pressione di essere "il proprietario" svanisce.

La promessa del domani

Domani finalmente potrò sfogarmi con una sessione di dragon boat. Sempre che il coach non decida di mettermi a timonare, attività sicuramente impegnativa ma decisamente meno dispendiosa dal punto di vista calorico. Nel frattempo, il mio programma alimentare da "bulk" procede senza ostacoli. Mangio come un lupo e ad eccezione di quella fastidiosa pancetta, questa nuova fisicità più robusta non mi dispiace affatto. Il fatto che le commesse dei negozi mi guardino con un misto di timore e curiosità è solo un effetto collaterale divertente.

La confessione finale

Ecco il riassunto di una settimana da executive nel settore fitness che dovrebbe allenarsi regolarmente ma trova continuamente delle scuse per non farlo. David Goggins urlerebbe "vai in palestra e allenati, dannazione!", ma io semplicemente non lo faccio. Lo ammetto senza vergogna: sono pigro quando si tratta del mio fitness, nonostante questo sia il settore in cui lavoro ogni giorno.

La lezione imprenditoriale nascosta

Questa esperienza personale nasconde una verità che molti imprenditori del fitness conoscono ma pochi ammettono: a volte siamo così concentrati a far crescere il business del fitness che dimentichiamo di applicare a noi stessi i principi che predichiamo. La consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento, e forse condividere questa verità scomoda può aiutare altri nel settore a ritrovare il giusto equilibrio.

Il potere della comunità

Forse la soluzione sta proprio nella forza della comunità che noi stessi creiamo nei nostri box. Programmare sessioni di allenamento obbligatorie nel calendario lavorativo, proprio come facciamo con le riunioni aziendali. Rendere l'allenamento una priorità non negoziabile, esattamente come consigliamo ai nostri clienti. E soprattutto, circondarsi di persone che non accettino le nostre scuse e ci spingano verso la versione migliore di noi stessi, anche quando preferiremmo scegliere la via più comoda.