Un tea a Covent Garden

La decisione è arrivata ieri mattina, alle 7:23 per l'esattezza. Non durante una crisi esistenziale notturna o in un momento di particolare stress dovuto al caldo. Semplicemente mentre preparavo il caffè, guardando dalla finestra un cielo grigio che non prometteva nulla di particolare. È stato in quel momento banale che ho capito di aver passato troppo tempo a dare consigli su come vivere invece di vivere davvero.
Dopo la mia mail di addio al mentoring, molti di voi mi hanno scritto. Comprensione, solidarietà , qualche domanda preoccupata. Alcuni hanno interpretato quella decisione come una resa, un cedimento davanti alle difficoltà del nostro tempo. Altri ci hanno visto una crisi di mezza età in ritardo di dieci anni. Vi sbagliate tutti, con affetto.
La sottile arte di mollare al momento giusto
Esiste una differenza abissale tra mollare per arrendersi e mollare per non arrendersi. La prima è la conseguenza della sconfitta, la seconda è un atto di intelligenza strategica. Dopo quaranta e passa anni trascorsi a reinventarmi ogni volta che un settore iniziava a starmi stretto, ho imparato a riconoscere quando è il momento di cambiare direzione non perché la strada sia sbagliata, ma perché non è più la mia strada.
Il mentoring, per quanto gratificante, aveva iniziato a trasformarsi in una gabbia dorata. Ero diventato bravo a dare risposte a domande che altri si facevano, ma avevo smesso di farmi le mie domande. Paradossalmente, aiutando gli altri a trovare la loro autenticità , stavo perdendo la mia.
Non ho mollato perché non riuscivo più a farlo. Ho mollato perché riuscivo a farlo troppo bene, con il pilota automatico inserito. E quando inizi a vivere con il pilota automatico, smetti di vivere davvero.
Il suono del silenzio necessario
C'è un momento nella vita di ogni persona in cui deve scegliere tra essere utile agli altri e essere vero a se stesso. Non dovrebbe essere una scelta obbligata, ma spesso lo diventa. Io ho scelto di essere vero, anche se questo significa deludere chi si aspettava che continuassi a essere il consulente, il mentore, la persona con le risposte pronte.
Le mie passioni aspettavano da troppo tempo in sala d'attesa. La musica, quella vera, quella che componi quando nessuno ti ascolta e nessuno ti giudica. Lo shopping compulsivo da Harrods senza dover giustificare a nessuno perché ho bisogno di quel particolare tipo di cosa costosa. Un viaggio nell'Artico insieme a qualche svitato filmmaker in cerca di megattere. La scrittura senza obiettivi commerciali, senza target da raggiungere, senza metriche e SEO da soddisfare. Il lusso di essere inutile per il mercato e utile per l'anima. La mia anima.
Se non riesco a trovare nessuno con cui condividere questi momenti, perché nessuno ha mai abbastanza tempo, abbastanza soldi, abbastanza palle, beh andrò all'avventura lo stesso. E di sicuro qualcosa di inaspettatamente sorprendente succederà . Succede sempre quando smetti di pianificare e inizi a vivere.
Ad esempio, tornare a scrivere significa ritrovare quella parte di me che aveva sedici anni e credeva che ogni accordo potesse cambiare il mondo. Non era vero allora, non è vero oggi. E non farà di me un autore migliore. Ma la bellezza sta proprio in questo: continuare a crederci nonostante tutto.
L'invito che non vi aspettavate
No, non sono in crisi di mezza età . Il momento BMW Z3M Cabrio l'ho avuto a quarant'anni, insieme al giubbotto di pelle, alla ragazzetta da esposizione rimorchiata sul Sunset Boulevard a Los Angeles, al toyboy trovato in un locale alla Chueca a Madrid, alla polverina bianca assaporata sulla terrazza dell'Hermitage a Monaco e a diverse altre situazioni poco edificanti che fanno curriculum ma di cui è meglio non parlare a cena per evitare imbarazzi generali. Tutte quelle decisioni discutibili che facciamo quando pensiamo che l'età sia un nemico da combattere invece che un alleato da accogliere. Quella fase è superata da tempo.
Questo è qualcosa di diverso. È la scelta consapevole di chi ha capito che la vita è troppo breve per fare sempre le cose che si sanno fare bene e troppo preziosa per non fare mai quelle che si vogliono fare davvero.
Sarò sempre disponibile per chi ha bisogno di fare due chiacchiere. Non per dispensare saggezza precotta, ma per condividere storie bizzarre di un vecchio che non si arrende ai dati anagrafici e preferisce sentirsi vivo piuttosto che mestamente seduto sotto un albero a guardare un cantiere.
Se qualcuno vuole farmi compagnia in questa nuova fase, il tè a Covent Garden è offerto. Virtuale o reale, poco importa. Magari ascoltando un trio d'archi in galleria, parlando di tutto e di niente, senza agende nascoste o obiettivi da raggiungere. Solo due persone che si raccontano cosa significa essere umani in un'epoca che spesso ce lo fa dimenticare.
Mollare per non mollare. È un paradosso che funziona solo quando hai il coraggio di viverlo fino in fondo.